Il modello di produzione che un tempo ha massimizzato la resa delle imprese oggi viene indicato come responsabile di una serie di conseguenze tangibili e per certi versi irreversibili sul pianeta. Per invertire la rotta è necessario ripensare a nuovi modelli capaci di creare valore in modo “sostenibile”, e quindi rispettoso dell’ecosistema ambientale e sociale e lungimirante verso le generazioni future: in una parola “innovare”.
È un processo che nel corso del tempo ha varcato i confini aziendali diventando “aperto” e ha coinvolto l’ingegno collettivo mettendo le persone al centro. Il processo assume allora i tratti di una sfida che le imprese scelgono di accettare con un duplice l’obiettivo: da un lato evolvere per disporre di un vantaggio competitivo da spendere nel mercato, dall’altro condividere con i territori e le comunità in cui operano le competenze e il valore di cui dispongono, andando a rafforzare il proprio profilo di responsabilità sociale.
Inoltre, l’innovazione – se aperta – diventa un fattore chiave in un processo di crescita condivisa: se le imprese sono i soggetti più indicati a interpretare il ruolo di abilitatori per lo sviluppo dei territori, i territori, partendo dal valore portato dalle relazioni e dalla collaborazione tra le persone, diventano un terreno di coltura fertile per la crescita delle imprese. Entrambi legati da un filo comune – l’innovazione appunto – in un percorso verso un obiettivo condiviso.