La storia
La
costruzione dell’edificio risale al 1240, quando un gruppo di frati giunse da
Assisi stabilendosi alle porte della città, e iniziando, mattone dopo mattone,
a edificare quello che diverrà un luogo di culto importantissimo per la vita cittadina. Da
allora San Francesco del Prato attraversa diverse fasi di costruzione, che ne
completano il progetto originale e lo arricchiscono, grazie alla generosità
delle nobili famiglie parmensi.
La chiesa
La
Chiesa presenta nella facciata principale eleganti nicchie e monofore
allungate. Il grande rosone, opera di Alberto da Verona (1461), è composto da
16 raggi, numero che per i medioevali rappresenta la casa di Dio, il doppio
delle otto beatitudini evangeliche.
L’interno
è composto da tre navate distinte da due file di quattro pilastri a sezione
circolare, sui quali poggiano cinque archi per lato, flessibili ed eleganti
chiusi dall'impalcatura lignea dei tetti. Le cappelle, illuminate da grandi
monofore, mostrano le tracce delle aperture costruite durante il periodo
carcerario. L’ingresso principale in origine era formato da un arco
semicircolare sorretto da due colonne ed esaltato da un piccolo protiro in
marmo, che venne poi demolito.
Il Carcere
Nel
1810 le truppe militari francesi occupano San Francesco del Prato, cacciando la
comunità dei frati francescani da quello che era divenuto il più importante
centro religioso cittadino dopo la Cattedrale. L’altare maggiore, gli altari
delle cappelle e il coro ligneo finemente intagliato vengono distrutti, tele e
tavole dipinte sono disperse e gli affreschi ricoperti da intonaco. Le finestre
trecentesche vengono tamponate, il pronao distrutto e vengono aperte nuove
finestre sulla facciata, sulle navate laterali e sul campanile con doppie grate
in ferro. San Francesco del Prato, la chiesa gotica di Parma, diventa un
carcere, e lo rimane fino agli anni 90.
Oggi San Francesco
del Prato torna ad essere patrimonio di tutti, grazie ad un progetto che
valorizza il passato e lo trasforma in un futuro di condivisione, senza sbarre
e senza confini.
Aperto alla cultura, ai giovani, alla preghiera e
alla vita.
Il Restauro
Il
recupero della chiesa all’uso liturgico si arricchisce di un’evidente valenza artistico
– culturale. La presenza della comunità francescana si apre ad attività sociali
e caritative, come pure all’assistenza pastorale della vicina Università, che
potrà usufruire, come la città, dei nuovi spazi recuperati.
Le
fasi di restauro strutturale sono state le prime ad essere compiute, in una
seconda fase si è proceduto al restauro della facciata, che è stata affidata
alla generosità dei cittadini. La
facciata tornerà a filtrare la luce attraverso le due grandi monofore che nel
cantiere di restauro in corso sono state ritrovate pressoché integre nella
conformazione originaria. Le
finestre carcerarie sono state chiuse, tamponate in continuità con il paramento
gotico, lasciando inalterate le riquadrature in modo da mantenere la lettura
della fase carceraria.
Un
segno tangibile della memoria del carcere sarà lasciato mediante il
mantenimento delle grandi aperture carcerarie della parete laterale della
chiesa. In facciata, sarà riaperta la porta sulla navata sinistra, dotate di
bussola le due porte laterali. L’accesso dal sagrato piazzale sarà garantito
mediante un nuovo livellamento dell’area.
Gli affreschi
Il
lavoro di restauro sulle superfici sarà eseguito mediante la rimozione degli
intonaci sovrammessi fino a ritrovare la pellicola pittorica originaria che
sarà consolidata.
La fase di recupero degli affreschi doveva iniziare
nel 2021, ma durante i lavori sono affiorati frammenti di dipinti ottimamente
conservati nella zona dell’abside.
Da
qui, la nostra volontà di partire già da ora con una raccolta fondi mirata al
recupero di quegli affreschi straordinari, simbolo di una bellezza che è
rimasta inalterata nel tempo.
Partecipa al crowdfunding, libera la bellezza!
Come utilizzeremo i fondi raccolti
I lavori di restauro ci hanno rivelato la meraviglia
di un’abside interamente affrescata.
Per partire, i fondi raccolti su CrowdForLife verranno
utilizzati per restaurare il Cristo della chiave di volta. Un primo passo verso
il recupero dell’abside in tutta la sua bellezza.
Il
restauro di San Francesco, bene di proprietà dello Stato, potrà godere dei
vantaggi concessi con ART-BONUS, la legge dello Stato che ha introdotto un
credito d’imposta in misura del 65% dell’erogazione eseguita per erogazioni
liberali in denaro a sostegno della cultura. Possono usufruire di questa
possibilità tanto i titolari di reddito d’impresa, quanto gli enti non
commerciali e le persone fisiche.
Attori e finalità del progetto
Appena avuto in
concessione dal Demanio il complesso di San Francesco del Prato, la Diocesi ha
avviato il complesso iter progettuale, in collaborazione col COMITATO PER SAN
FRANCESCO DEL PRATO, istituito per sensibilizzare l’opinione
pubblica e favorire iniziative di supporto economico per il restauro e la
riapertura della chiesa al culto e alla città.
Il recupero di questo
monumento sarà per l’uso liturgico, ma anche per manifestazioni musicali,
culturali, accademiche e istituzionali. La presenza della comunità francescana,
cui sarà affidata, garantirà la fedeltà al suo carisma, la sensibilità ai temi ambientali
e della pace, unitamente ad attività sociali e caritative, come pure presenza e
servizio tra i giovani nella vicina Università.
Le ricompense